Trasmessa la Carta Nazionale delle Aree Idonee

Un passo avanti verso il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi

Trasmessa dalla  Società Gestione Impianti Nucleari (SOGIN), la Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) ad ospitare il Deposito Nazionale per i rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico. 
La CNAI individua le zone dove localizzare in Italia il Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi, rispondendo alle necessità nazionali di avere un luogo in cui custodire i rifiuti radioattivi e nello stesso tempo rispondere alle richieste della Direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio Europeo. 
La Direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio europeo istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi per tutti gli Stati membri.
Ma di quali rifiuti si tratta?
Non si tratta solo dei rifiuti radioattivi derivanti dalle attività svolte nelle centrali nucleari e negli impianti legati al ciclo del combustibile nucleare, ma anche di quelli prodotti in seguito all’uso di materiali radioattivi per scopi non legati alla produzione di energia elettrica, tra cui scopi medici, industriali, di ricerca e agricoli.
Molte sono infatti le applicazioni mediche che utilizzano sorgenti di radiazioni per scopi diagnostici e terapeutici. I radiofarmaci utilizzati in medicina nucleare permettono di ottenere informazioni diagnostiche quando utilizzati come traccianti  ma possono operare come agenti terapeutici emettendo radiazioni adatte a distruggere le cellule tumorali (ad esempio  i radiofarmaci sono utilizzati in alternativa ai tradizionali chemioterapici per la cura del carcinoma della prostata o di tumori neuroendocrini).
Nel mondo industriale le applicazioni delle sorgenti radioattive sono molteplici: dalla sterilizzazione dei materiali alle misure di spessore, di livello o di densità, per passare poi alle radiografie e gammagrafie per effettuare verifiche su diverse tipologie di componenti meccanici o su viadotti.
Anche le attività di ricerca impiegano sorgenti radioattive di diverso tipo e natura. Tra le tante applicazioni l’uso di acceleratori di particelle nella ricerca nella fisica delle alte energie comporta la produzione di rifiuti radioattivi a seguito dell’attivazione dei materiali che formano e circondano l’acceleratore stesso.
Infine le sorgenti radioattive trovano impiego nell’agricoltura dove aiutano a migliorare la produttività per esempio tramite l’utilizzo di insetti sterilizzati mediante irraggiamento gamma per distruggere popolazioni infestanti. 
Quanti sono i rifiuti in Italia?
Dalle stime dell’ISIN, pubblicate nel 2021 nell’Inventario Nazionale dei rifiuti radioattivi al 31 dicembre 2020 risulta che a tale data in Italia sono presenti complessivamente circa 32.000 m3 di rifiuti radioattivi e Le attività medicali, industriali e di ricerca, costituiscono una fonte di produzione di rifiuti radioattivi destinata a non esaurirsi. Il numero delle sorgenti radioattive utilizzate per queste applicazioni è stimato nell’ordine di grandezza di 4500-5000 unità, di cui più della metà sono in disuso e stoccate presso Operatori specializzati per la raccolta e stoccaggio, e solo una piccola parte di sorgenti sigillate in disuso sono stoccate presso gli stessi utilizzatori.
A questi rifiuti si aggiungeranno nel prossimo futuro i rifiuti generati dalle operazioni di smantellamento delle installazioni nucleari, classificabili prevalentemente ad attività bassa o molto bassa, e attualmente stimati in circa 48.000 m3 . Questi dati devono poi essere integrati con i rifiuti prodotti dalle operazioni di riprocessamento del combustibile esaurito inviato a tal fine all’estero (in Francia e in Gran Bretagna). Tali rifiuti dovranno comunque rientrare in Italia entro il 2025, e dovrà essere il Deposito Nazionale ad ospitare il Deposito Temporaneo (denominato Complesso stoccaggio alta attività) per tali rifiuti in attesa del loro stoccaggio definitivo.
 In figura è rappresentata la distribuzione, in termini di volumi, secondo le varie fonti di produzione.
  
Deposito Nazionale: quali sono i prossimi passi?
La legge prevede che ora il Ministero per la Transizione Ecologica, dopo aver ricevuto il parere tecnico da parte dell’ ISIN, approvi con proprio decreto, in accordo con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, la CNAI.
 Una volta approvata la Carta Nazionale delle Aree Idonee sarà pubblicata sui siti dei due Ministeri, di ISIN e di Sogin, dando inizio al processo di consultazione, finalizzata a raccogliere le manifestazioni di interesse, non vincolanti, da parte delle Regioni e degli Enti locali nei cui territori ricadono le aree idonee, con l'obiettivo di arrivare a una decisione condivisa del sito nel quale realizzare il Deposito Nazionale.
 
Predisporre un deposito nazionale che permetta la raccolta di tutti i rifiuti radioattivi prodotti è necessario così come è necessario garantire che la loro gestione sia condivisa con la popolazione a garanzia della sua sicurezza.